MAXXI Museo dell Arti del XXI secolo (Roma - ITALY) Zaha HADID


















Percorrere gli spazi del MAXXI significa non tanto trovarsi di fronte ad un oggetto architettonico firmato, ma piuttosto, come dice la stessa Zaha Hadid, incontrare un mondo nel quale "tuffarsi e lasciarsi trasportare alla deriva attraverso percorsi sempre diversi".
A differenza di quello che emerge dall'analisi della maggiorparte delle architetture contemporanee, ossia un evidente scollamento tra funzione e forma, il cui rapporto ha invece  sempre caratterizzato la genesi dell'oggetto architettonico, il polo museale del MAXXI, progettato dall'architetto anglo-irachena in collaborazione  con Patrik Schumacher e Gianluca Racana, sembra, invece, dare molta importanza al dialogo tra i due elementi, al recupero del rapporto tra l'uomo e il contesto.
Parlando dell'area urbana nella quale il MAXXI viene inserito, la Hadid sottolinea come essa abbia costituito un ottimo punto di partenza per l'elaborazione del progetto, infatti l'altezza media degli edifici circostanti e' molto bassa e questo permette di sfruttare al massimo la luce , aspetto molto importante per un museo.
La struttura del MAXXI si presenta come un innesto urbano, mai come una frattura; sorgendo sul sito di quella che era la ex Caserma "Montello" dei Vigili del Fuoco, di cui incorpora due corpi di fabbrica preesistenti, non solo ne riprende quelle che sono le altezze ma acquisisce anche  orientamento e fisionomia dagli elementi latistanti.
Al di sotto dei volumi in aggetto della costruzione, vengono ricreati dei percorsi urbani esterni che collegano via G.Reni, via Masaccio e via Poletti facendo si che al polo museale venisse attribuito l'appellattivo di campus urbano.
Gli spazi urbani vanno a confluire negli spazi del museo e viceversa, andando ben oltre quello che e' il semplice significato di edificio-museo.

Attraverso un ingresso posto nel cuore dell'isolato si accede alla grande hall a tutt'altezza, punto in cui vengono concentrati i servizi di accoglienza e la biglietteria, oltre che la caffetteria, il bookshop e tutti gli spazi per esposizioni temporanee per grafica e fotografia.
La senzazione che si percepisce e' quella di entrare a far parte di un intrecciarsi continuo di elementi, pareti curvilinee che corrono parallele e si piegano quasi su loro stesse segnando una direzionalita' ben definita, collegamenti verticali che determinano i vari livelli dell'edificio, costituiti da sinuose rampe leggere con struttura portante in travi reticolari che sembrano fluttuare in un sistema ben preciso, sequenze di gallerie  sottolineate dai profondi aggetti dei differenti corpi di fabbrica; tutti elementi che coinvolgono il visitatore in un'esperienza mentale e corporea affascinante, che esula dal concetto tradizionale di spazio espositivo nel quale  solitamente viene definito un percorso guida predeterminato, ma spinge piuttosto all'elaborazione autonoma e libera di un possibile attraversamento sempre diverso da quello precedente inserito in un continuum di ambienti.
Dalla hall si accede inoltre a quelli che sono gli spazi destinati alle esposizioni permanenti piu' importanti, ossia i due musei MAXXI ARCHITETTURA  e MAXXI ARTE. 


( foto di Iwan Baan)
L'elaborazione del polo museale del MAXXI  ha portato i progettisti a concentrarsi su due elementi essenziali: la struttura e il sistema illuminotecnico.
Vero protagononista di tutto il progetto e' il cemento facciavista utilizzato per la realizzazione delle pareti, che corrono in maniera fluido trasformandosi in pavimento, soffitto e addirittura svuotandosi lasciando il posto ad ampie vetrate che si aprono su scorci urbani che rendono il visitatore partecipe del contesto. 
La realizzazione delle pareti viene fatta utilizzando un cemento gettato in opera autocompattante ad alta fluidita' che una volta introdotto nei casseri e poi successivamente liberato acquista una superficie molto liscia molto simile a quella del marmo, che e' stata sottoposta ad un trattamento di finitura antispolvero e antiusura che permette al cemento di mantenere la sua originaria lucentezza.
Le forme plastiche delle pareti sono caratterizzate di tanto in tanto da giunti strutturali che vengono gestiti da martinetti idraulici che vanno a sopperrire la normale dilatazione termica dell'edificio e le eventuali movimentazioni sismiche. Mai come in questo progetto l'innovazione nella scelta dei sistemi strutturali, dominio dell'ingegneria, e' cosi' ben legata anche a canoni estetici requisito invece dell'architettura.
Le pareti lisce in cemento facciavista vengono arricchite da quelli che sono segni del sistema strutturale ma diventano parte integrante della resa estetica, i buchi dei tiranti che sono stati disegnati coerentemente con la facciata oppure la squadratura dei pannelli di cemento concorrono anch'essi al disegno complessivo del wall.
Il tutto fa si che le pareti, che si intrecciano sinuose, si trasformano da semplice supporto per le opere esposte a motore dinamico e versatile per l'allestimento artistico. 

Altro fattore molto importante nell'elaborazione del progetto del MAXXI e' quello  dell'elaborazione del sistema illuminotecnico che viene pensato in maniera tale che le opere esposte possano sempre irrorate da luce naturale che rende la qualita' delle cromie delle opere nella maniera migliore.
La scelta e' quella di far entrare nell'edificio luce zenitale naturale attraverso il sistema molto complesso della copertura, una luce che e' quela migliore per la percezione delle opere; essa e' costituita da un grande lucernario, realizzato attraverso l'accostamento di lunghi pannelli di vetro speciale che sono aggangiati ad una struttura sottostante di travi longitudinali che fanno anche da elemnto di orientamento all'interno del museo e seguono in parallelo la plasticita' delle pareti.
Il vetro con il quale sono realizzati i pannelli, cosi' come anche quello delle vetrate, e' un vetro tecnologicamente innovativo definito magnotronico, capace di far passare la luce naturale con il suo colore naturale, mentre filtra le radiazioni ultraviolette e blocca quelle nocive al fine di evitare un eccessivo surriscaldamento.
A completamento della struttura di copertura, vengono installate delle lamelle che servono a veicolare la luce a seconda della disposizione dell'allestimento artistico, costituite da una struttura di acciaio reticolare interno e di una fodera esterna in cemento alleggerito.
Quando il livello di luce naturale cala,quindi all'imbrunire o durante il periodo invernale, questa viene sopperita da un sistema di luce artificiale che si diffonde in maniera diversa; fondalmente viene riprodotto lo stesso sistema di luce dall'alto attraverso apparecchiature luminose montate sulle travi superiore che ricreano le stesse caratteristiche della luce naturale al fine della qualita' e della resa colore, addizionate da un sistema di luce di accentuazione ossia da faretti e da un sistema "wallwash" di luce diffusa che lava le pareti espositive ed e' realizzata attraverso l'installazione di lunghe fughe luminose spesso longitudinali e curve.


Tutte le scale e le passerelle sospese nella grande zona della hall sono realizzate secondo criteri di leggerezza e trasparenza e hanno una struttura portante in travi reticolari rivestite con lamiere verniciate nere, mentre le pedate sono costituite da un grigliato metallico trasparente.
I passeggiatoi nella parte sottostante accolgono plafoniere con lampade a fluorescenza schermate da teli di Barrisol.
I binari al di sotto delle lamelle permettono di appendere sistemi di schermi che vengono utilizzati per i differenti allestimenti scenografici.



 (fonte www.architectural.com)







1 commenti:

Unknown ha detto...
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